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lunedì 29 settembre 2014

Io ero l' Africa_ Roberta Lepri



Io ero l’Africa, 
Roberta Lepri, 
Avagliano editore, 
2013

Umbria, anni ’50, Angela e Teo sono i protagonisti di questa storia, semplice e profonda.
Lei è bella, bionda, alta, “normanna”, lui piccolo, basso, sfortunato, burbero, socialista.
Angela e Teo, marito e moglie, hanno quattro figli maschi, uno dei quali muore poco dopo la nascita. La povertà li spingerà a spostarsi come coloni in Africa, in Somalia, o meglio Angela raggiungerà Teo, lasciando in Italia i figli.
Oltre che per raggiungere il marito, Angela si reca in Africa con il compito di realizzare il sogno di suo fratello vescovo: fondare una missione vicino al fiume Giuba. Teo non è d’accordo, ma Angela porterà comunque a termine il suo compito. E non sarà solo questa l’unica disobbedienza. . .
La vicenda è narrata a ritroso, nel racconto emozionante dei nonni, in particolare della nonna Angela alla nipotina Bianca. Il nome Bianca non è un caso, lo ha voluto Teo perché odia e disprezza tutto ciò che è nero. Teo è un prepotente, Teo è un razzista.


Angela invece troverà in Africa la sua dimensione a contatto con la natura, ed è questa la parte più bella del libro, come l’autrice con un linguaggio lineare, scavi in profondità nell’animo umano, in particolare quello femminile, e metta ben in evidenza il contrasto fra la condizione della donna nella civiltà occidentale (quella progredita), sottomessa all’uomo, triste e spenta,  e la condizione della donna libera e viva in terra africana.


<< Le sembrò che la casa iniziasse a girare. Sua cognata aveva un carillon con una ballerina. Quando lo apriva la ballerina girava e si rimirava negli specchietti che stavano alle sue spalle. Ad Angela quel brutto oggetto piaceva molto e, se era certa di essere sola, apriva la scatola e guardava girare l'esile danzatrice. Vedeva anche se stessa riflessa nei piccoli specchi  e le venivano in mente molti pensieri. Se la vita sarebbe cambiata anche per lei. Ecco, adesso c'era arrivata. Certo stava male nel vedere Teo tanto diverso, così violento. Ma tutto girava , e forse davvero lei era diventata davvero come la ballerina. Chi aveva aperto la sua scatola e la faceva ballare? >>



 Il libro è tutto un climax che esaspera il contrasto fra civiltà  e fa riflettere su quelli che sono veramente i veri bisogni dell’uomo e della donna. Noi che ci riteniamo i più progrediti( e che siamo pieni di pregiudizi e di millenarie inutili e dannose abitudini) siamo veramente tali? Chi siamo noi?  E quale è la vita vera?

Il finale, poi, è come una freccia che scocca nel cuore con precisione ed emoziona.


<< Non potevano capirsi, non potevano neanche sfiorarsi. E i loro occhi non sarebbero mai riusciti a intercettarsi posandosi su un punto comune >>




L’autrice:   



Nata a Città di Castello (Perugia), si è laureata in Lettere moderne all'Università di Siena con una tesi su Michelangelo. Attualmente vive e lavora a Grosseto.

Vincitrice di numerosi premi letterari, ha pubblicato i romanzi Sulla terra, a caso (ExCogita, 2003),L'Ordine inverso di Ilaria (Guida, 2005, vincitore della X edizione del Premio Cimitile), L'Amore riflesso(Guida, 2006).

Con Avagliano editore ha pubblicato La ballata della Mama Nera (2010), Il volto oscuro della perfezione(2011) e Io ero l'Africa (2013).
 Nel febbraio 2014, dà vita, insieme ad Anna Wood e Gianluca Meis,  al blog  #svolgimento




© Miriam Caputo riproduzione riservata.
Immagini tratte dal web


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