Typewriter

Typewriter
I contenuti di questo blog non possono essere riprodotti, neanche in parte, senza l'autorizzazione scritta dell'Autrice.

venerdì 28 novembre 2014

"The good life" Niccolò Ammaniti




Questa volta non vi parlerò di un libro. Vi parlerò di un film, precisamente un film documentario, con un regista d'eccezione: Niccolò Ammaniti. Ieri sono stata a Milano, alla Feltrinelli di piazza Piemonte, per assistere alla presentazione. C'è stata la proiezione di un estratto del film e l'intervista all'autore.
Niccolò Ammaniti ci ha raccontato del suo primo viaggio in India, circa vent'anni fa, quando ancora non era uno scrittore. Da questo viaggio gli era rimasta, come un seme, l'idea e il desiderio di fare un documentario che parlasse dell'India, dal punto di vista degli italiani figli dei fiori, che sono partiti negli anni '70 per una emigrazione che non ha motivazioni economiche, o lavorative. Un'emigrazione per motivi ideali e di conoscenza.

Il film, disponibile in dvd da pochi giorni nelle librerie italiane, racconta la storia di tre di questi uomini, quelli più interessanti, molto diversi fra di loro, ma aventi in comune il fatto di essere persone senza strutture e senza filtri, dei ribelli. Per questo modo di essere qui in Italia, dove è richiesto un chinare la testa generale, assolutamente non si trovavano bene.

Lo scrittore/regista ci ha detto che ha trovato interessante sia questo elemento in comune fra di loro sia la nostalgia per l'Italia, nonostante tutto, e il fatto che avessero un'idea quasi congelata dell'Italia, per come l'avevano lasciata.
Raccontare le loro storie è stato in un certo qual modo parlare anche del nostro Paese, seppur in una prospettiva obliqua.



Fin qui ho cercato di mantenere un tono abbastanza freddo e distaccato, e di descrivervi quanto appreso ieri e dalla visione del film.
Posso aggiungere che, letterariamente parlando, io sono innamorata di Niccolò Ammaniti, e qualsiasi cosa io possa dire su di lui e sulla sua opera mi sembra troppo poco, troppo riduttivo.
Quando  ho iniziato a leggere il suo primo libro (per me primo) Io non ho paura, che narrava di un rapimento, per una coincidenza mi fu assegnata la tesi di laurea sul sequestro di persona.  Nel leggerlo sono stata folgorata. Da lì è stato un crescendo, li ho letti tutti anche più volte, e aspetto con ansia il nuovo libro (che forse uscirà il prossimo settembre, ha detto ieri). I suoi libri e i suoi personaggi mi sono entrati nelle viscere, per la loro umanità e, per altre ragioni che, come tutte le cose che vengono dalla pancia, non si spiegano. Ieri ho sentito una particolare empatia quando ci ha detto che quello che hanno di speciale i protagonisti del film è l'essere senza filtri, senza sovrastrutture. Puliti, come dei bambini, aggiungo io, come i ragazzi protagonisti dei libri di Niccolò Ammaniti. Persone che nella nostra società sarebbero considerate dei falliti, forse, o sicuramente degli immaturi, da parte di tutti quelli che si ergono a cattedra e si arrogano il diritto di giudicare. "Hai perso un'altra occasione per crescere" Quanto è abusata questa frase! Quante volte me lo sono sentita dire, ma preferisco mantenere la mia parte bambina, pulita e senza filtri, che sporcarmi delle convenzioni.
Ieri quando Niccolò mi ha firmato "Ti prendo e ti porto via" non riuscivo a parlare, neanche il mio nome riuscivo a dire, ma dentro avevo tutto questo e anche di più.

 © Miriam Caputo  riproduzione riservata






Niccolò Ammaniti e Marco Missiroli

Le foto sono soggette a copyright



mercoledì 19 novembre 2014

Resoconti dal bookcity


Ho sfidato il tempo e l'alluvione per poter essere presente al #bookcity. L'anno passato mi ero ripromessa di non fare solo un toccata e fuga e così mi sono fermata un giorno in più, ma il tempo, di fronte alle cose piacevoli, è sempre troppo poco. Per di più che Milano non è Ivrea né Barolo, e neppure Mantova e  gli eventi sono a notevole distanza l'uno dall'altro (distanza chilometrica), acuita dalla lentezza dei movimenti dovuta alla resistenza dell'acqua, che in alcuni tratti cadeva anche copiosa e controvento. Infatti ho rotto un ombrello, ne ho comprato uno nuovo, mi sono lavata completamente, tanto che mi sembrava di avere delle pinne al posto degli stivali ma va bene così, non lamentiamoci come una vecchia brontolona, con queste introduzioni troppo lunghe e veniamo agli eventi "letterari":
_ Tutte le lingue del giallo (declinazioni letterarie);
_ Reading di cuore primitivo, con Andrea De Carlo;
_Trame e labirinti, sullo scrivere e pubblicare, con Umberto Eco e Roberto Cotroneo

L'ordine è rigorosamente temporale (come li ho seguiti). Le location erano tutte degne di nota, in particolare gli arazzi della Biblioteca Sormani dove si è svolto l'incontro Eco- Cotroneo.


Oltre ad assistere agli eventi letterari non mi potevo far mancare una visita alla Libreria Mondadori di piazza Duomo e alla neo restaurata Libreria Rizzoli in Galleria Vittorio Emanuele, nel salotto di Milano.



"Tutte le lingue del giallo" con Nicoletta Vallorani, Luca Crovi, Gianni Biondillo, Massimo Carlotto, Giuseppe Genna.

ph copyright Miriam Caputo



 Incontro dedicato a riflettere sui confini del genere giallo, del polizesco, del fantascientifico. Esiste un genere giallo predefinito? Negli ultimi anni le barriere sono state superate e le etichette rimosse, gli scrittori sono partiti da un genere prestabilito per poi esondarlo . 

I presenti sono partiti descrivendoci il loro percorso editoriale, sembra che abbiano davvero iniziato quasi tutti "per caso",  ed esordito pubblicando al primo tentativo. Cosa che fa sentire noi esordienti dei veri incapaci, per non dire stupidi, infatti stavo per alzarmi e ritirarmi nella mia imbecillità, ma ho tenuto duro, sono rimasta e ho ascoltato delle cose davvero utili ed interessanti. Infatti Giuseppe Genna ha puntualizzato quanto sarebbe opportuno parlare più che di percorso editoriale, di percorso letterario, e ha  spostato il discorso sulla crisi editoriale e sulla responsabilità della stessa che è anche degli scrittori non solo degli editori, perché si scrive non per scrivere ma per essere pubblicati. Vero è che il libro è un prodotto, ma esiste già prima che venga pubblicato e gli si applichi un prezzo.  
Non si può che concordare.
Gianni Biondillo  non è dello stesso avviso, ritiene che la responsabilità della crisi editoriale nonché del calo di qualità letteraria sia anche nella pigrizia e chiusura del lettore, legato ad etichette. Il lettore vuole leggere cose rassicuranti, anche se non necessariamente valide, letterariamente parlando. Ad una obiezione di una signora del pubblico che lamentava il costo dei libri e la difficoltà delle biblioteche di reperire i testi, per mancanza di fondi, ha risposto che gli italiani hanno i soldi per cambiare lo smartphone ogni sei mesi ma non hanno nessuna voglia di leggere, che il problema economico è solo una scusa.

Massimo Carlotto, che ha scritto per diversi generi (non solo giallo) anche monologhi teatrali, dà una spiegazione sul perché   la letteratura di genere vada per la maggiore, ovvero per via della crisi, perché scarica ansie, quando ristabilisce l' ordine con una soluzione consolatoria. Responsabilità dello scrittore è  suscitare un dibattito,e lo deve imporre anche nel rapporto con l' editore, perché il libro non sia solo un prodotto.

Reading del Libro "Cuore primitivo" Andrea De Carlo, Bompiani editore.
Dopo una breve premessa sul tema del libro, ovvero il cuore primitivo, la parte ancestrale istintiva che alberga in ognuno di noi, l'autore ne ha letti alcuni estratti.



ph copyright Miriam Caputo





Di Andrea De Carlo personalmente ho letto solo Lui e Lei, ove la storia è narrata dal punto di vista maschile e femminile. Anche in "Cuore primitivo " i personaggi sono tre e l'autore ci ha spiegato come ha fatto a caratterizzarli  e a vederli dall'interno pur descrivendoli in terza persona, cercando di trarre in ciascuno i suoi tratti distintivi, svolgendo una profonda indagine psicologica. . . Così ho appreso che De Carlo è solito scrivere storie con più personaggi, in Villa Metaphora erano anche di più di due o tre. Questo incontro è stato interessante per me che oltre che essere una lettrice scrivo, ma credo possa essere utile per tutti, prima di tutto perché per l'appunto oggi tutti vogliono scrivere, e poi perché l'autore ha messo ben in evidenza come la scrittura, tanto quanto la lettura possa essere un percorso di conoscenza, di sé e dell'altro da sé.



Riallacciandoci a questo discorso sulla scrittura, veniamo al terzo e ultimo incontro, almeno per me, quello con Umberto Eco e Roberto Cotroneo
Perché tutti sentono il bisogno di scrivere? Cosa si nasconde dietro questo bisogno ancestrale? E la scrittura può essere una cura?
A tutte queste domande risponde quel gioiellino di Libro che è "Il sogno di scrivere"  di Roberto Cotroneo, Utet Libri, che io ho recensito  qui




Umberto Eco e Roberto Cotroneo
ph copyright Miriam Caputo



Mi sono emozionata molto, perché incontrare due scrittori di tal calibro non è cosa da tutti i giorni, ma soprattutto ho provato quella sensazione di estasi che mi capita di avvertire quando sento parlare determinate persone che sono fontane di acqua buona, fresca, e starei per ore ad ascoltarle e ad abbeverarmi

Il professor Umberto Eco oltre ad essere venerabile è anche una persona estremamente simpatica, è ironico, arguto, assai divertente.
Per quanto riguarda Roberto Cotroneo è immenso sia come persona sia come scrittore, e mi sono molto emozionata a conoscerlo di persona.


I temi che si sono affrontati (che poi sono alcuni dei punti focali del libro) sono stati: Il bisogno di scrivere, la nostalgia e il talento, la rivoluzione digitale e dei social network.

- il bisogno diffuso di scrivere (e non necessariamente pubblicare) come cura, tanto quanto la lettura. Non necessariamente chi legge tanto sa scrivere bene, non è un'equazione matematica, ci sono persone che scrivono bene e leggono tanto, altre che leggono tanto e scrivono male, altre che scrivono bene ma non necessariamente leggono tanto.
- l'impulso dal quale parte la scrittura è l'illuminazione. Perché nasca una storia vi è la necessità di saper sostenere l'idea iniziale, di farla crescere. E' forse questo il talento? 
L'impulso iniziale nasce dal motore della nostalgia, e il talento sta nella capacità di far evolvere la storia oltre l'idea iniziale e, sopratutto, nel passare dall'autobiografico all'universale.
Per il prof. Umberto Eco il talento e la nostalgia sono i due grandi temi portanti de #ilsognodiscrivere.
Per Roberto Cotroneo il talento è un mistero e le scuole di scrittura possono arrivare solo fino a un certo punto, servono ad aiutare a non commettere errori grossolani ma non vanno oltre. Oltre a quel punto entra in gioco il talento che è qualcosa che non si può definire.


Infine ultimo ma non meno importante argomento affrontato è quello del web, della rivoluzione digitale, dei social network. Tutti sentono il bisogno di scrivere ma non c'è spazio per tutti, eppure grazie al web sembra esserci spazio per tutti. Il fatto di potersi auto-pubblicare o di poter scrivere su un blog per Roberto Cotroneo è più democratico ma soprattutto più limpido, più pulito che l'editoria a pagamento. Si è riflettuto sul dilagante narcisismo e sull'altra faccia della medaglia, ovvero sulla perdita di paternità dell'opera, in quanto in internet si ricordano i pensieri e le parole di per sé, indipendentemente dalla fonte, come accadeva nel medioevo, ci ha fatto notare il prof. Eco, che è proprio un medievalista.
A mio modesto parere questa regressione nel passato non è del tutto positiva. Personalmente sono una sostenitrice del copyright anche nella rete. Da giurista ritengo che la legge sul copyright andrebbe rimodernata e rivista al passo con i tempi, ma la paternità dell'opera è un valore che non andrebbe perso. 
Quanto alla democrazia del web, io stessa sono una di quegli autori che si sono auto-pubblicati  e non è senz'altro una cosa negativa, come è invece l'editoria a pagamento. Tuttavia credo che un rischio ci sia ovvero che nel mare magnum di internet il talento si disperda e si perda.




© Miriam Caputo  riproduzione riservata

Le foto sono soggette a copyright,
trovate il photoset completo sul mio profilo flickr