Nella fredda ed elegante Torino, a Palazzo Barolo,
in pieno centro storico, in programma fino al 16 giugno 2013 c’è una mostra molto suggestiva, che
io ho visitato e che vi illustrerò.
Il soggetto
parte da una fiaba, quella di Amore e Psiche, tratta dalle Metamorfosi di
Apuleio, e si propone di affrontare il tema del significato dell’anima (Psiche in greco significa proprio Anima) e
dell’evoluzione di essa nella spiritualità, nella cultura e nella filosofia
occidentale.
La Mostra è organizzata molto bene, complice la
stupenda location. Tramite luci e musiche si crea un’atmosfera suggestiva, che
riesce ad isolare il visitatore nel tempo e nello spazio.
La storia di Amore e Pische è raccontata poco alla volta nelle varie stanze, ed è “spiegata” con commenti molto chiari (cosa rara nelle mostre, ove spesso i commenti sono comprensibili solo agli addetti ai lavori, mentre l’Arte e la Cultura devono essere accessibili all’evoluzione di tutti).
La storia di Amore e Pische è raccontata poco alla volta nelle varie stanze, ed è “spiegata” con commenti molto chiari (cosa rara nelle mostre, ove spesso i commenti sono comprensibili solo agli addetti ai lavori, mentre l’Arte e la Cultura devono essere accessibili all’evoluzione di tutti).
![]() |
Palazzo Barolo, via delle Orfane 7 Torino |
Le stanze a loro volta sono suddivise in base alle
tematiche:
-la tematica della bellezza e la connessa invidia,
-il tema della scelta, del conflitto interiore, e
il conflitto uomo/donna,
-il tema dell’abbandono,
-il tema del viaggio, della ricerca, delle prove
della vita,
- il tema del sonno e della morte,
Queste tematiche sono accompagnate da opere d’arte
di gran pregio: gessi del Canova; opere scultoree di Salvador Dalì, tele di Tamara De Lempicka
Molto in sintesi la storia di Amore e Psiche si
può così descrivere:
Ambientazione: antica Grecia, meglio ancora
mitologia greca, sebbene Apuleio sia uno scrittore romano del secolo II d. C.
Psiche è una ragazza molto bella, la terza di tre sorelle, talmente bella da suscitare non solo l’invidia delle sue sorelle ma anche di Afrodite, dea della bellezza.
Pur essendo umana e non divina Psiche è bellissima
e provoca le ire della Dea, che chiede al figlio Eros, Dio dell’Amore di far
piombare sulla ragazza una terribile maledizione: non troverà mai marito, se
non un vecchio storpio, e non conoscerà l’amore.
Tuttavia Eros disobbedisce all’ordine della
madre e porta la ragazza a vivere con sé
in un magnifico Palazzo, avvertendola però che non potrà mai vedere il suo
volto. I due amanti potranno vedersi solo nell’oscurità, altrimenti
l’incantesimo svanirà.
Tuttavia la ragazza, proprio nel momento in cui è
gravida dell’erede divino di Amore, spinta dalle sorelle (tema dell’invidia, ma
non solo, tema anche della ribellione della donna alle imposizioni dell’uomo) e
spinta da curiosità, durante la notte, scopre il volto di Amore, scottandolo
con l’olio bollente della lanterna.
A questo punto Amore, che già aveva disobbedito
all’ ordine della madre, è costretto ad abbandonare Psiche, che, innamorata,
vagherà per cercarlo a lungo, tentando anche il suicidio disperata e salvata
dal Dio Pan.
Stremata si rivolgerà a Venere, che indignata
(anche perché non vuole diventare nonna così giovane) sottopone Psiche a tre
prove difficilissime.
Il viaggio è la metafora del viaggio interiore e
le prove sono la metafora delle difficoltà e delle lotte della vita, nelle
quali si trova sempre un essere offertoci dalla benevolenza dell’Universo
disposto ad aiutarci e a tenderci la mano.
Psiche supera le tre prove e arriva alla prova più
difficile, la discesa negli inferi per catturare la bellezza di Proserpina (dea
dell’Ade) e qui ancora una
volta viene sopraffatta dalla sua stessa curiosità. Supera la prova ma apre la
scatola contenente il segreto della bellezza di Proserpina e piomba in un sonno
eterno.
La discesa agli inferi è il simbolo dei fallimenti
della vita.
Il sonno eterno ricorda quello di Giulietta di
Shakespeare e di Biancaneve della
celebre fiaba di Walt Disney.
E così. Eros, tenuto
prigioniero dalla madre, scappa e salva l’amata, che attraverso le prove e i
fallimenti ha dimostrato il suo amore.
I due verranno uniti in matrimonio da Giove.
Al di là della vicenda molto arziglogolata e molto
bella e qui sintetizzata, sono molto interessanti le metafore e gli
insegnamenti, e la mostra mette tutto bene in evidenza.
Il significato della favola è la redenzione dell' anima attraverso l'amore.
Solo con l’amore l' anima si stacca dal corporale
e si eleva al divino.
L’amore è prima di tutto unione delle Anime.
Questa è le sintesi di una tematica molto
complessa che parte dalla favola di Apuleio ,per essere sviluppata nella nostra cultura da Dante ( Beatrice) Shakespeare, fino ad arrivare all’eterno femmineo di Faust
![]() |
Canova Amore e Psiche gesso |
copyright Miriam Caputo
immagini tratte dal web
Nessun commento:
Posta un commento