Sabato 5 e
domenica 6 ottobre si è svolta a Torino la settima edizione di Portici di
Carta, la manifestazione, organizzata dal Salone Internazionale del Libro, che
trasforma le vie della città in una grande libreria.
Torino è stata definita da Le Corbusier la
città con la più bella posizione naturale al mondo.
Sebbene non
si possa dire che Torino sia propriamente la mia città, perché non vi abito,
resta tuttavia la città dove ho studiato, sia l’Università sia Teatro, legata a
tanti ricordi, e le sono molto affezionata.
Ogni anno
ospite della manifestazione è una casa editrice, l’anno scorso era stata
Sellerio, quest’anno L’Editrice Laterza di Bari. Avevo già avuto occasione di
ascoltare Giuseppe Laterza nell’ambito della manifestazione “La grande invasione” di Ivrea (organizzata da
Minimum Fax) ed è sempre un grande piacere sentirlo parlare. Nonostante
il mal tempo la sala in piazza San Carlo era gremita. Ha raccontato la storia
della casa editrice, da cartoleria (alla fine dell’800) a tipografia (stampava
le etichette dell’olio pugliese) a casa editrice degli scritti di Benedetto Croce,
a casa editrice per la formazione e la scuola, a oggi con la collana #contromano.
Ha spiegato come queste manifestazioni (Salone del Libro, Festival di
Mantova…etc) sono importanti per le case editrici per vendere libri, ma
sicuramente non risolvono il problema dell’editoria italiana. Chi partecipa a
queste manifestazioni è stimato si aggiri intorno ai 5 milioni di italiani. Su
60 milioni è molto molto poco, questo lo aggiungo io.
Naturalmente
la mia è una sintesi, che non rende onore alle bellissime ed interessanti parole
udite.
Tutti i
portici della città da Piazza Castello a Piazza Carlo Felice si sono
trasformati in una grande biblioteca a cielo aperto, ospitando librerie da
tutto il Piemonte, case editrici, letture ad alta voce e presentazioni di
Libri. A ciò si sono aggiunti i percorsi tematici e i punti formativi: La casa
della Maestrina dalla Penna rossa, la casa di Salgari, la sede originaria e
storica della casa Editrice Einaudi, in via Arcivescovado…
© Miriam Caputo
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