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sabato 26 ottobre 2013

Presentazione "Argentovivo" a Ivrea



Avevo già avuto l’onore di conoscere Marco Malvaldi al salone del Libro di Torino, di godere della sua simpatia e di avere autografato “La briscola in cinque” (per la recensione cliccare qui) Poi, ieri ho avuto la fortuna di incontrarlo a Ivrea, in un’enoteca nel centro storico (Vino e dintorni)  alla presentazione del suo ultimo successo: "Argentovivo" (Sellerio editore)
È una persona molto simpatica, molto aperta, schietta, umile e semplice, e con una gran cultura, sia scientifica che umanistica.
Le tematiche che si sono affrontate infatti sono state le più disparate, così come il libro è un concentrato di argomenti diversi e di tanti spunti interessanti, dalla tematica della ricerca scientifica, come renderla interessante, per lasciarla “passare” agli italiani (cosa che all’estero, ad esempio in Inghilterra, già fanno), all’uso della punteggiatura, del punto e virgola in particolare, della punteggiatura in generale. L’autore ha spiegato benissimo e con esempi simpatici (cosa che del resto fa anche nel libro) la differenza di significato che può avere spostare una virgola da un punto all’altro della frase, e la differenza che c’è fra usare la virgola, il punto e virgola e i due punti.
Si è parlato anche delle tematiche classiche di cui si parla alle presentazioni dei libri: la costruzione della trama del romanzo, della storia e dei personaggi, nonché della trasposizione televisiva dei suoi romanzi, in particolare dei delitti del Bar Lume  (su Sky, con Filippo Timi nelle vesti di Massimo, e Carlo Monni nelle vesti di nonno Ampelio). Tematiche classiche ma affrontate con originalità ed ironia, arricchite dal racconto di aneddoti spassosissimi. La conclusione è che lo scrittore (in generale) non inventa nulla, ma trae spunto dalla realtà e rielabora in modo “da far sembrare eroe chi nella realtà è un fesso” (cit. Marco Malvaldi) anche perché nella realtà ci sono certi personaggi che sarebbe un vero delitto contro l’umanità non raccontare.
Infine si è parlato di come sono nate le copertine dei gialli della Sellerio, dal genio di Sciascia e di Enzo Sellerio, quadrate per stare nella giacca, la misura è stata proprio quella di Sciascia, e studiate in modo che la scritta richiami nel colore quello predominante nella figura (infatti ogni scritta ha un colore diverso). Confermo che effettivamente nella vetrina della libreria le copie della Sellerio sono quelle che attraggono per prime l’attenzione. Questa informazione ha dato quel tocco di classicità che personalmente mi commuove sempre.

Voglio ringraziare la Galleria del Libro di Ivrea per aver organizzato così bene questo evento, come era stato anche per la Grande Invasione, in un’atmosfera rilassata priva di gessature. Spero vivamente ne seguiranno altri. 

© Miriam Caputo



ph copyright Miriam Caputo






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