CHIAMATE LA LEVATRICE
Jennifer Worth
Sellerio editore
collana:
la Memoria
traduzione:
Carla De Caro
pagine: 504
prezzo: 15 euro
(e-book: 9,90)
in libreria dal 27 febbraio
Un bestseller, una serie televisiva della BBC, la storia di una donna che fa nascere i bambini nella Londra povera e malfamata degli anni Cinquanta. Il primo romanzo di una trilogia nota in tutto il mondo. È un ritratto esplicito e senza inibizioni di un mondo e di una vita durissimi, uno sguardo radicalmente femminile sulla società e le sue regole, un commentario brutale sull’ingiustizia e la sofferenza quotidiana. E nello stesso tempo una raffigurazione fedele di un ambiente in cui l’umanità e la ferocia, la miseria delle condizioni e la generosità d’animo, l’eroismo e la spregevolezza si alternano come in un romanzo vittoriano.
La cronaca, quasi un diario, delle giornate di una levatrice nell’East Side di Londra inizi anni Cinquanta. Con lei si entra nella realtà delle Docklands, vite proletarie che sembrano immagini della plebe ottocentesca più che cittadini lavoratori del democratico Novecento. Si entra in questa desolazione impensabile con una voglia di verità quotidiana raramente riscontrabile in un libro, ma anche con una rispettosa allegria, con la sicura fiducia che quel mondo stia per finire, senza rimpianti, grazie ai radicali cambiamenti apportati dal Sistema sanitario nazionale appena nato. Come poi fu, almeno fino ad oggi.
La fresca verve di Jennifer Worth, nel trattare una materia così cruda, crea una formula ingegnosa (e di grande successo sia letterario che come fiction televisiva). L’eroismo quotidiano di interventi clinici spesso drammatici, si mescola alla denuncia sociale, alla fiamma inestinguibile dei sentimenti umani, e alla ricchissima quantità di storie e ritratti. Accanto a questi, la galleria, tenera, nobile e a tratti comica, delle giovani levatrici e delle suore del convento di Nonnatus House, da cui le ragazze dipendevano professionalmente e dove abitavano. Su questa testimonianza aleggia un lieve «effetto Dickens» con un tocco di innocente gaiezza, che però non nasconde un monito evidente a favore delle politiche sociali solidaristiche, a non smantellare, per la scarsa memoria del passato, gli strumenti che hanno permesso di diffondere dignità umana.
L'autrice:
Jennifer Worth (1935-2011) infermiera fino agli anni Settanta, e dopo musicista, ha scritto una trilogia dedicata alla sua esperienza come levatrice nell’antica zona proletaria di Londra: oltre questo Chiamate la levatrice (2002), Shadows of the Workhouse (2005) e Farewell of the East End (2009). L’opera ha venduto oltre un milione di copie in Gran Bretagna e la BBC ne ha tratto una serie per la televisione.
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IL SOLE BACIA I BELLI
Charles Bukowski
Feltrinelli editore
Feltrinelli editore
collana: varia
traduzione: Simona Viciani
pagine: 336
prezzo: 18 euro
in libreria dal 26 febbraio
“Molti dicono che Charles Bukowski non esista. Una leggenda metropolitana, che dura ormai da anni, afferma che tutte le poesie turbolente da lui firmate in realtà siano state scritte da una vecchia scorbutica dall’ascella cespugliosa.” Così scriveva nel marzo 1963 un giornalista del “Literary Times” di Chicago. Poeta di culto in molti ambienti underground, Bukowski era ancora ben lontano dalla fama mondiale che avrebbe raggiunto in seguito. Quel giornalista non solo scoprì che Charles Bukowski esisteva davvero. Ma verificò di persona che le sue poesie non mentivano, e così i suoi romanzi e racconti. Lo scrittore era davvero parente stretto del personaggio cinico, vitale e sporcaccione che i suoi lettori stavano imparando ad amare. E mentre i decenni passavano e cresceva il seguito di questo poeta alcolizzato, sempre più giornalisti andavano a trovarlo, ascoltavano i suoi racconti, annotavano le sue riflessioni veggenti e stralunate. Questo libro raccoglie i migliori pezzi giornalistici (e non) in cui la viva voce di Bukowski parla di sé. A partire da quella primissima intervista, realizzata cinquant’anni fa in una delle sue proverbiali, maleodoranti stanzette hollywoodiane, per arrivare all’ultima chiacchierata, concessa a bordo piscina nella sua villa di San Pedro, pochi mesi prima di morire.
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QUANDO LEGGERAI QUESTA LETTERA
Vicente GramaJe
Longanesi editore
Collana: La Gaja scienza
Traduzione: Paola Merla
Pagine: 336
Prezzo: € 14.90
in libreria dal 6 marzo
«Un medico di campagna», così si definiva Víctor Monteoscuro, prima di perdere la donna che amava. E lui, che non è riuscito a diagnosticare in tempo il male che l’ha condannata, ha deciso di prendersi un anno di congedo, lontano da tutti, sperando di ritrovare un po’ di pace. Mentre è in Nord Africa, seguendo orme di antichi viaggiatori, Víctor assiste a una strana scoperta: in un cantiere viene alla luce una fossa colma di ossa. Come scoprirà presto, sono i resti dei soldati caduti nella disfatta di Annual del 1921, nella quale la Spagna perse una guerra feroce nel tentativo di mantenere l’ultimo protettorato in Marocco. Tra quei resti, Víctor trova qualcosa che cambierà per sempre la sua vita. Qualcosa che parla d’amore.
È una bottiglia che contiene una lettera, un messaggio d’addio che solo ora il deserto restituisce ai posteri. Sono le ultime parole di un capitano spagnolo rivolte alla donna che amava, una certa Noelia. Víctor non ne sa di più, non apre la busta e non legge la lettera, ma sente che deve consegnare a qualunque costo quel messaggio riemerso dal passato. Comincia così una ricerca appassionante nella quale coinvolge amici, parenti e soprattutto una preziosa compagna di avventure, Claudia Navarro, ufficiale dell’esercito spagnolo di stanza a Melilla, che insieme a lui rincorrerà tracce di vite sconosciute tra archivi polverosi, villaggi diroccati e scomodi segreti di famiglia, in un viaggio che costringerà Víctor ad affrontare anche i propri fantasmi...
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