Il telefono senza fili, Marco Malvaldi,
Sellerio 2014
collana: La memoria
p.208
13,oo euro LIBRO
8,99 e-book-e-pub
“Il telefono senza fili” è l’ultima, molto attesa, ed
esilarante indagine dei vecchietti del “bar Lume” nati dalla penna di Marco Malvaldi.
Il telefono senza fili è anche il metodo di propagazione veloce
delle notizie, avente per centro nevralgico il bar. Nonostante ciò che si può a
prima vista immaginare, si tratta di un metodo a base rigorosamente scientifica,
“il teorema del pettegolezzo”, come è spiegato nel libro stesso e come in quel
di Chivasso, in occasione della presentazione, ci ha illustrato il suo autore. Il
bar è un vero e proprio HUB, centro di smistamento dati, ove è più facile che
si propaghino le notizie, rispetto ad altri luoghi, proprio perché frequentato
da sconosciuti.
Alla presentazione del libro, in anteprima assoluta italiana
al teatro civico di Chivasso (nell’ambito del festival “I luoghi delle parole”)
Marco ci ha spiegato altresì la sua visione del piacere e dell’utilità della
lettura. La lettura ci aiuta a instaurare empatia, perché ci si allena a creare
nella propria mente ciò che nel libro non c’è. È un’esperienza sociale che
aiuta a mettersi nei panni degli altri.
Ne “il telefono senza fili” l’allegra compagnia “geriatrica”
indagherà su una scomparsa, quella di una donna, Vanessa, venuta dall’Umbria a Pineta per gestire un
agriturismo con il marito, dal quale risulta tuttavia divorziata per motivi
fiscali. Dopo aver ordinato ingenti quantitativi di carne per una grigliata che
in realtà non si terrà mai, la donna misteriosamente scompare.
Altrettanto misteriosamente viene trovato morto, forse
suicida, un cartomante, al quale si era
rivolto anche il marito di Vanessa.
Il giallo è affrontato con rigore scientifico dall’autore,
ma la parte preponderante è sicuramente quella riguardante i personaggi:
Massimo, in primis, le donne che gli
ruotano attorno, Tiziana, con le vicende che la legano al suo ex marito, e la
nuova commissaria Alice, che rappresenta un tocco di gioventù e di freschezza,
e infine ma non per ultimi i vecchietti, in particolare Aldo e il suo
ristorante.
Rispetto agli altri libri e racconti dello stesso autore ho
notato una nota di malinconia nelle riflessioni di Massimo, e una notevole
introspezione psicologica in più, nonostante venga sempre rispettato il
registro ironico. Caratteristica peculiare infatti dello stile di Marco
Malvaldi è la simpatia, condita con la giusta dose di sarcasmo e di ironia, con
la quale vengono edulcorate anche pillole amare, sull'inefficienza del sistema "Italia", come nell’incipit.
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Incipit |
Quanto alle riflessioni psicologiche di Massimo, eccone uno stralcio significativo:
"I pensieri deprimenti, si sa, magari fanno il giro largo, ma non perdono mai la strada di casa. Basta un minimo appiglio, un collegamento, apparentemente ridicolo, e loro si ripresentano, ancorandosi al fondale del tuo cervello come una nave, magari fluttuanti come posizione, ma impossibili da mandar via.
...
E così a furia di passare e ripassare sugli stessi gesti, Massimo si era scavato un solco all'interno delle proprie giornate. Esattamente come zio Paperone, che lamentandosi delle sue perdite finanziarie cominciava a passeggiare in cerchio, finendo per scavare con i suoi stessi passi un solco a forma di ciambella, di dimensioni contenute, ma di cui non si vedeva la fine del cammino. "
Alcune immagini dalla presentazione al teatro civico di Chivasso (29 settembre 2014)
l'album completo lo trovate sul mio profilo
flickr.
© Miriam Caputo riproduzione riservata
le immagini sono soggette a copyright
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