E l'eco rispose_Khaled Hosseini
Piemme
2013
p.462
Trama: Questo libro si caratterizza per la pluralità di storie, una principale, quella di Abdullah e Pari (dall'arabo Fata) fratelli, orfani di madre, separati in tenera età e altre storie parallele che si intersecano con quella dei protagonisti.
La mamma di Abdullah e Pari muore di parto mentre genera la piccola, che viene cresciuta dal fratello, mentre il padre si risposa con una vera e propria "matrigna", Parwana, la cui invidia verso la sorella gemella è narrata in un capitolo a parte. Il fratello di Parwana, Nabi, vive a Kabul a servizio di una famiglia ricca, e anche qui c'è un'altra storia, nella quale si insinua la causa della separazione dei due fratelli.
Di ogni persona che incidentalmente tocca la vicenda è raccontata una parte della vita e poi c'è la storia di Abdullah e Pari da adulti, delle loro famiglie, dei loro nipoti, fino al finale.
Non vi dirò di più per non rivelare nulla.
La pluralità di narrazioni (anche in tempi diversi) cucita nella trama mirabilmente dall'autore e in maniera scorrevole, è la prima caratteristica che mi ha colpita rispetto agli altri suoi due romanzi "Il cacciatore di aquiloni" e "Mille splendidi soli". Il paragone è inevitabile e questa è la principale differenza, mentre lo stile poetico, la descrizione dei paesaggi mediorientali, e la capacità di trasmettere emozioni sono sicuramente gli stessi.
Come sono simili le tematiche: l'amore, i legami che oltrepassano il tempo e lo spazio. l'emigrazione, la guerra, le difficoltà nei rapporti familiari... E anche la capacità dell'autore di emozionare è la stessa.
È un romanzo che come gli altri due resta nel cuore, scava in profondità ma con leggerezza e poesia, come una piuma.
Aggiungo una nota personale:
raramente piango quando leggo un libro, e quando capita non riesco a trattenere le lacrime. Nel 2012 ho pianto per "Per Sempre" di Susanna Tamaro, e nel 2013 ho pianto per questo.
Non vi racconto le situazioni ridicole che ho creato, quando mi è scappato di piangere leggendo un libro sul treno...
© Miriam Caputo
Frasi:
"Una storia è come un treno in corsa: in qualunque punto sali a bordo prima o poi arrivi a destinazione"
"Mi accontentavo della sua sola presenza sul sedile posteriore, di respirare i suoi molti aromi: saponetta costosa, lozione profumo, gomma da masticare, fumo di sigaretta. questo in genere era sufficiente a mettere le ali alla mia anima"
"Imparai che il mondo non vede la tua anima, che non gliene importa un accidente delle speranze, dei sogni e dei dolori che si nascondono oltre la pelle e le ossa. Era così, semplice, assurdo e crudele. I miei pazienti lo sapevano. Capivano che gran parte di ciò che erano dipendeva, o poteva dipendere, dalla simmetria della loro struttura ossea, dallo spazio fra gli occhi, dalla lunghezza del mento...
La bellezza è un dono gigantesco, immeritato, dato a caso, stupidamente"
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