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mercoledì 20 novembre 2013

La banda Sacco_Andrea Camilleri








La banda Sacco_Andrea Camilleri
Sellerio editore
2013
p. 181

Un romanzo storico, un capolavoro del Maestro Andrea Camilleri, che narra una storia vera, quella della famiglia Sacco,  Luigi e i suoi cinque figli: Vincenzo, Salvatore, Vanni, Girolamo, Filomena e Alfonso. La storia si svolge all’inizio del ‘900 in Sicilia. I Sacco sono una famiglia onesta, che ha raggiunto l’agiatezza con il lavoro e la fatica. Uno dei figli, Alfonso è anche destinato dal padre a diventare avvocato. Tutto si rovina non a causa loro, ma a causa della mafia, dal giorno in cui Luigi riceve una lettera anonima (che sarà proprio Alfonso a leggergli) minatoria, ma non vuole assolutamente piegarsi alla mafia ed è da questo momento che inizia la guerra fra i Sacco e la mafia. Angherie, agguati, morti innocenti (fra i quali Luigi), ma soprattutto, manipolazione della giustizia, tanto da incolpare i Sacco di reati che non hanno mai commesso e costringerli alla latitanza. Questa manipolazione di testimoni, talvolta anche torturati e collusione delle forze dell’ordine con la mafia raggiunge l’apoteosi, con l’avvento del fascismo. Ed è proprio sotto il fascismo che la storia dei Sacco ha il suo epilogo, sottoposti ad un vero e proprio linciaggio, e ad un processo, i cui incartamenti, insieme ad altra documentazione sono finite nelle mani del Maestro, tramite Giovanni Sacco, figlio di Girolamo.
Questo libro è un vero capolavoro perché, attraverso la storia della famiglia Sacco, riesce anche a condensare la storia d’Italia di un certo periodo storico, fino ad arrivare alla grazia concessa dal Presidente Segni, e alla conoscenza in carcere di personaggi del calibro di Antonio Gramsci, definito dal pubblico ministero del processo “bolscevico”. La storia si mescola anche con la politica, infatti la colpa dei Sacco non era solo quella di non essersi piegati alla mafia, ma anche quella di essere socialisti. Inoltre alle vicende di angherie e di sangue si aggiunge una piccola nota di romanticismo, quella della storia d’ amore fra Alfonso e Pina, che lo attese per sposarlo per quarant’anni fino all’uscita dal carcere, storia che il Maestro sa descrivere in maniera davvero commovente.
La maestria di Camilleri è proprio quella di rendere con un linguaggio semplice e diretto una storia complicata e piena di personaggi storici coinvolti. La genialità a mio parere sta nella semplicità, non mi stancherò mai di dirlo. Inoltre qui Camilleri è riuscito a rendere interessante anche una vicenda storica per una come la sottoscritta, che non ama leggere i romanzi storici (ma non si sa mai che io non mi converta) e che non ha mai amato la storia (almeno per come me l’hanno insegnata a scuola, al liceo classico, o all’università in Storia del diritto) ma ha sempre preferito lo studio del pensiero e della filosofia. Nonostante ciò questo libro l’ho letto con vero piacere e ciò che mi ha colpita, è l’attualità della tematica. Mi sia concesso, è passato un secolo eppure la burocrazia è ancora manipolata non a vantaggio del cittadino ma del “sistema” e purtroppo esistono ancora processi in cui i testimoni sono “manipolati” ovviamente in altri modi, ed episodi che salgono alle cronache di soggetti maltrattati senza alcun rispetto della vita umana. La differenza è che oggi nell’era globale tutto è immediato ed amplificato, mentre la vicenda Sacco ha impiegato un secolo per giungere a noi tramite la sapiente penna di Andrea Camilleri.
 © Miriam Caputo


particolare dalla copertina, ex voto siciliano



FRASI :
almeno il povero Renzo Tramaglino ebbe restituiti i quattro capponi dell’Avvocato Azzeccagarbugli, conoscendo che aveva da fare con i bravi di Don Rodrigo. E ancora nella nostra grande Italia, tanti avvocati guardano più i Don Rodrigo che le povere vittime di essi” (Alfonso Sacco)
“...Finalmente incontra quello che circava disperatamente di incontrari: il paro d’occhi di una picciotteddra della quali è innamorato. L’occhi della picciottedra sunno cummigliati dalle lagrime. Li ritroverà, quell’occhi, squasi quarant’anni doppo.”


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